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Un antico codice affonda le sue radici nella nebbia del tempo. Le origini del Kanun sono poco chiare e, dopo essere stato tramandato oralmente, è stato messo per iscritto all'inizio del Novecento da un francescano originario del Kosovo, padre Shtjefën Kostantin Gjeçov. Il codice trascritto racchiude una serie di regole e comportamenti riportati nel dialetto ghego della lingua albanese e già in uso nel popolo durante il Medioevo. Il Kanun scandiva tutti gli aspetti della vita di una regione montuosa dell'Albania del nord, la Mirdita. Con la pubblicazione del Kanun di Lek Dukagjini l'Albania viene messa di fronte alla codificazione non solo delle consuetudini che regolavano la vita di una parte del suo territorio, ma anche e soprattutto di fronte alla codificazione della struttura etica a cui facevano riferimento le persone che lo rispettavano. Il Kanun - ovvero, Canone - rappresentava un sistema di interpretazione e di valori, un universo simbolico, aderendo al quale il singolo si integrava nella società e costruiva, come suo membro, la propria identità.